“Ora si fa come dico io, ora ci si cura” le parole del genitore. Il racconto del popolare conduttore e attore
Conduttore televisivo e attore. Di teatro e di fiction. La carriera di Flavio Insinna è sulla cresta dell’onda. Ma – e questo vale per ogni persona – non è tutto oro ciò che luccica. La vita di Flavio Insinna è segnata da una grave malattia. Ne ha parlato con grande franchezza, rivolgendosi anche a chi, come lui, ne ha sofferto e ne soffre. Il suo è un vero e proprio monito per tutti. Perché nessuno è immune.
Romano, oggi 56enne. La sua vita professionale è equamente divisa tra vari ambiti. Al cinema, lo ricordiamo in “Metronotte”, “Il partigiano Johnny”, “La Finestra di fronte”, “Ex” e “Il professor Cenerentolo”. Ha quindi lavorato con alcuni tra i più affermati registi del panorama italiano. Da Ferzan Ozpetek, passando per Guido Chiesa, Fausto Brizzi e Leonardo Pieraccioni. Altrettanto lunga e proficua è la carriera a teatro. Tuttora, Insinna spesso è anche in tournee con i suoi spettacoli.
Ma è la televisione ad avergli dato la maggiore popolarità. Sia come attore, che come conduttore. Lo ricordiamo in fiction di enorme successo, come “Don Matteo”, con Terence Hill e “Distretto di Polizia”. Ma, soprattutto, le trasmissioni: da “L’Eredità” ad “Affari tuoi”.
Proprio il programma dei “pacchi”, porta anche delle polemiche a Insinna. Il 23 maggio 2017 Striscia la notizia trasmette alcuni fuorionda in cui, durante una pausa nella registrazione di “Affari tuoi”, Insinna insulta i concorrenti e gli autori del programma, suscitando molta indignazione.
Una faccenda difficile da sbrogliare per Insinna. Ma niente a confronto del male di cui il conduttore ha sofferto in passato. Qualcosa che può colpire chiunque. Non importa il ceto sociale, né quanti soldi si abbiano o di quanto successo si possa godere.
La “subdola” malattia sofferta da Flavio Insinna
Flavio Insinna è la prova che nessuno è immune a questo male. Non importa se si sia una star della televisione o del cinema. Tutti possiamo cadere nel baratro. E abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a risalire. Oggi Insinna riesce a parlarne con la forza che tutti gli riconosciamo. Ma la definisce una malattia “subdola”.
Termine assolutamente appropriato per la depressione di cui è stato afflitto negli scorsi anni. “Non va sottovalutata la parola ‘depressione’. E’ un male di vivere. Si fa fretta a dire ‘ha tutto, non c’è nulla che mi manca’” ha detto in un’intervista.
Insinna, tuttavia, racconta di essere riuscito a uscirne bene e di essere ora una persona nuova e diversa. Fondamentale, secondo il racconto del conduttore, il ruolo del padre nella battaglia vinta: “A me mi ha salvato mio papà, si è impuntato mi disse ‘ora si fa come dico io, ora ci si cura’”. Ecco, quindi, l’aiuto da parte di chi ci ama di più, per poter risalire dagli abissi.