Alessandra Matteuzzi è stata uccisa sotto casa sua dal calciatore Giovanni Padovani: lei già in passato aveva denunciato l’uomo ma non aveva ottenuto niente di più di un ordine restrittivo
Un caso di femminicidio che sta facendo parlare tutti da giorni. Purtroppo non è bello venire a sapere che una donna, dopo che ha già denunciato un uomo, si ritrova a perdere la vita perché non ha ricevuto la giusta protezione. In primo luogo non è semplice rompere il muro del silenzio quando si è in situazioni come queste, molte donne hanno paura di farlo, e scoprire quello che è successo ad Alessandra Matteuzzi di certo non ci fa sentire meglio. Anzi.
Dopo essere stata ripetutamente stalkerata, Alessandra aveva deciso di denunciare Giovanni ma le conseguenze per lui non sono state gravi abbastanza da impedirgli di commettere un vero e proprio omicidio.
Alessandra Matteuzzi uccisa sotto casa: lei lo aveva già denunciato
Giovanni Padovani ha atteso che la donna tornasse a casa e poi l’ha uccisa con diversi oggetti, che non hanno lasciato via di scampo ad Alessandra che si è ritrovata a perdere la vita a 56 anni.
Giovanni Padovani, 26enne in arresto per l’omicidio della sua ex compagna colpita a martellate martedì sera a Bologna, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’udienza di convalida davanti al Gip Andrea Salvatore Romito. La vicina di casa di Alessandra aveva notato che qualcosa non andava, e lei stessa aveva ricevuto la richiesta di non aprire il portone nel caso Giovanni fosse venuto. Era un periodo in cui le cose erano diventate davvero inquietanti e Alessandra stava cominciando a temere il peggio: aveva tutte le ragioni per credere che qualcosa sarebbe andato storto.
Padovani durante l’interrogatorio era in tenuta sportiva, maglietta nera e pantaloncini corti verdi. A difenderlo è l’avvocato d’ufficio Enrico Buono, che ha parlato al suo posto perché Giovanni non ha ancora detto neanche una parola. L’avvocato infatti ha rivelato che Giovanni è molto provato, queste sono state le uniche parole che ha deciso di rivolgere ai giornalisti mentre usciva dal tribunale
Il pm Domenico Ambrosini ha chiesto convalida e carcere per omicidio aggravato dallo stalking. Fuori dall’aula era presente anche la mamma dell’indagato, che in ogni caso non ha detto una parola riguardo alla situazione di suo figlio.